Dieci anni di distanza dal 2025, ripensare con gratitudine e un pizzico di incredulità a come la visione di anni fa sia riuscita finalmente a concretizzarsi. All’epoca, il mondo era attraversato da paure profonde: il cambiamento climatico e le crisi ambientali, le pandemie, le incertezze economiche, la crescente disuguaglianza sociale, la manipolazione digitale, le minacce alla democrazia, le migrazioni di massa, l’IA, i conflitti geopolitici in Medio Oriente e in Ucraina e persino il timore di una sovrappopolazione che mettesse a rischio le risorse.
Quando abbiamo dato vita all’agenzia, con Giancarlo, Riccardo, Matteo, Vincenzo, Emiliano e Sara avevamo la speranza che il turismo potesse diventare un ponte tra i popoli, un veicolo di dialogo capace di favorire la cooperazione. Eravamo convinti che, attraverso il mio lavoro in un’agenzia specializzata in PR, Trade Marketing e comunicazione nel settore turistico, con il nostro lavoro di tutti i giorni potessimo dare un contributo ai cambiamenti per un domani migliore, si potessero plasmare nuove narrazioni, ispirare iniziative concrete e aiutare operatori e istituzioni a scegliere strade lungimiranti.
Ad ogni incontro dovevamo confrontarci con lo scetticismo e “le paure” di chi giudicava ingenuo puntare sui valori del turismo come la sostenibilità, l’equità e la cooperazione. Tante volte siamo sentiti dire che erano idee non abbastanza redditizie, “pragmatiche” o comunque in un settore marginale.
Con il passare degli anni, abbiamo visto come una comunicazione mirata e strategica potesse spingere il settore turistico a diventare protagonista di un vero cambiamento. Le campagne e le iniziative che abbiamo contribuito a promuovere hanno convinto, a poco a poco, strutture ricettive, compagnie di trasporto, DMC locali e governi locali a investire in valorizzazione delle tradizioni e dell’identità delle genti, nel valore degli scambi interculturali, la curiosità di diversi usi e costumi, nella riduzione dei consumi, nelle energie rinnovabili e nella tutela del territorio. Creando una consapevolezza nel rispetto e la conoscenza reciproca promuovendo il naturale scambio osmotico di musica, letteratura, scienze, gusto, tradizioni, arte e cultura che ogni paese, conservando la propria identità, realizza nel turismo.
Allo stesso tempo, ho potuto constatare come dare spazio e visibilità a destinazioni poco conosciute abbia trasformato queste regioni in poli turistici capaci di distribuire in modo più equo i benefici economici, riducendo le disuguaglianze, i conflitti e la criminalità. Le comunità locali si sono aperte al mondo trasmettendo i migliori valori del proprio popolo, e nel confronto reciproco hanno trovato occasioni di crescita, di scambio e di arricchimento condiviso.
La promozione del dialogo interculturale con iniziative comuni ha contribuito a ridurre tensioni e a contrastare i pregiudizi. Viaggiare in modo consapevole ha permesso a milioni di persone di scoprire culture, usi e tradizioni che prima sembravano lontanissime, rafforzando la comprensione delle diversità e il valore dello scambio e della prossimità tra i popoli. E, anche quando l’innovazione tecnologica suscitava timori, abbiamo sempre cercato di sostenere un approccio etico e trasparente, affinché la tecnologia fosse una risorsa e non una minaccia.
Oggi, queste scelte hanno mostrato il loro valore. Il turismo è uno dei settori più virtuosi sia dal punto di vista ambientale sia sul fronte sociale. Chi parte non lo fa solo per “vedere”, ma anche per “capire” e “partecipare”, tessendo reti di relazioni in cui l’ascolto e la collaborazione sono centrali. Oggi, vedo le realtà che hanno scommesso su sostenibilità, equità, scambio e cooperazione e le vedo fiorire, perché chi è stato consapevole delle proprie scelte ha saputo leggere i cambiamenti e trasformarli in opportunità.
Dunque oggi tornando indietro al giorno prima del 2025, direi a me stesso come ad ogni persona che lavora nel settore turistico e più ampiamente a chi condivide le stesse paure del mondo, che l’impegno verso questi valori, anche se inizialmente accolto da dubbi e timori, aprirà la strada a un cambiamento concreto e duraturo dando un significato nuovo ad una globalizzazione che adesso si presenta nel modo maggiormente distruttivo, ma che domani potrà realizzarsi in una prossimità fra i popoli di questo mondo. Aggiungerei inoltre che, investendo su una visione più alta di ciò che il turismo può diventare, si possono davvero dissipare molte delle paure che un tempo apparivano insormontabili.
Quel lavoro costante di comunicazione, di incontro, di costruzione di reti e di narrazioni positive sarà fondamentale per far emergere un settore turistico più illuminato.
Tornando al tempo dal quale scrivo posso dire, senza dubbio, che insieme siamo riusciti a plasmare un futuro che solo pochi, dieci anni fa, consideravano possibile.
Connettere i popoli, unire le culture: è questa la chiave che ci permette di scoprire le nuove prospettive del viaggiare.